Sono stati recentemente introdotti dei finanziamenti per gli e-commerce di prossima apertura sviluppati all’estero da società con sede legale in Italia. La novità delle sovvenzioni è parte integrante del decreto Crescita, e ha lo scopo principale di promuovere l’internazionalizzazione delle imprese.
Vediamo nel dettaglio come si richiedono, a chi sono riservate e perché possono essere un ottimo aiuto per l’imprenditoria femminile.
Chi può fare domanda e come si deve presentare
I requisiti principali per poter ottenere i finanziamenti per gli e-commerce sono essenzialmente tre. L’impresa richiedente deve innanzi tutto essere una società di capitali con sede legale in Italia, deve inoltre aver depositato almeno due bilanci nel Registro delle Imprese.
Sono escluse dalle sovvenzioni tutte quelle società appartenenti alla cosiddetta Sezione A (Agricoltura, Silvicoltura e Pesca tutte le attività) e nelle classi 10.11 e 10.12 della sezione C (Attività manifatturiere) della classificazione ATECO 2007.
Nel caso l’impresa annoveri fra le proprie attività le suddette categorie in maniera secondaria, sarà possibile richiedere i benefici previa dichiarazione in cui si attesta che la somma versata non verrà utilizzata per tali attività.
Come si presenta la domanda per i finanziamenti degli e-commerce
Le sovvenzioni previste dal Decreto ministeriale dell’8 aprile 2019 (Gazzetta Ufficiale n. 125 del 30 maggio 2019) destinate allo sviluppo di e-commerce in paesi esteri, fuori dall’Unione Europea, devono essere presentate esclusivamente per via telematica, tramite la compilazione di un apposito modulo, al portale di Simest.
Allo scopo di autenticare la richiesta è fondamentale che la domanda presenti la firma digitale del legale che si assume l’onere di rappresentare l’azienda richiedente. Seguire questi passaggi è cruciale per non incappare in cavilli che possano mettere a rischio l’investimento.
Gli e-commerce rappresentano un’ottima opportunità di crescita, soprattutto per l’imprenditoria femminile. Le agevolazioni sopra descritte possono aiutare le start up e le nuove società ad emergere in un contesto digitale spesso poco gender friendly.